Cassiopea tra mitologia, astronomia e biologia

Costellazione

Cassiopea (in latino Cassiopeia) è una costellazione “circumpolare”, ovvero “vicina al polo nord” celeste. Per questo motivo rimane visibile nel cielo di tutto l’anno per tutta la notte nella fascia temperata dell’emisfero boreale. Non solo è una delle 88 costellazioni moderne, ma era anche una delle 48 costellazioni elencate da Tolomeo duemila anni fa. Rispetto al polo nord celeste, si trova opposta al Grande Carro: nell’emisfero boreale, quando Cassiopea è alta nel cielo, il Grande Carro è basso sull’orizzonte. Per questo motivo, proprio come il grande Carro, aiuta da millenni i navigatori a trovare la giusta rotta indicando il Nord. Cassiopea è usata inoltre come indicatore del tempo siderale (il tempo che impiega la Terra a compiere un giro completo rispetto alle stelle).
Costituita da 5 stelle, è di facile riconoscimento grazie alla sua figura a zig-zag a “W” o a “M” a seconda delle stagioni: durante l’autunno boreale si osserva altissima nel cielo in direzione nord e la sua orientazione la fa rassomigliare a una M; viceversa, nelle sere primaverili è rasente l’orizzonte settentrionale ed è orientata secondo la lettera W. Cassiopea si incastra fra Cefeo e Andromeda ed è attraversata per tutta la sua lunghezza dal piano della Via Lattea, apparendo perciò molto ricca di stelle. E’ attraversata dalla Via Lattea ed è quindi molto ricca di ammassi stellari e fitti campi stellari.

Mitologia greca

Cassiopea era una donna molto bella ma anche estremamente vanitosa, sposa di Cefeo, Re d’Etiopia, da cui ebbe la figlia Andromeda. La regina si celebrava come la donna più affascinante di tutto il creato e un giorno, mentre era intenta a pettinarsi i lunghi capelli, osò dichiarare che era più bella delle Nereidi, le ninfe del Mare, che chiesero a Poseidone dio del mare, di darle una severa punizione. Quest’ultimo provocò una devastante inondazione che mise in ginocchio il paese e creò il mostro marino Ceto (Balena) che cominciò a seminare morte e distruzione tra gli abitanti della costa. L’Oracolo sentenziò che l’ira degli dei si sarebbe placata solo, se avessero dato in sacrificio la loro figlia Andromeda al mostro marino. E fu così che Andromeda venne incatenata ad uno scoglio, ma proprio quando tutto appariva ormai perduto, nel cielo apparve l’eroe Perseo che riuscì a sconfiggere il mostro. Liberata dalle catene, Andromeda venne infine concessa all’eroico sposo. Andromeda da allora visse felice accanto a Perseo e quando giunse il momento di lasciare la vita, il suo fedele sposo figlio di Zeus, la trasformò in costellazione consegnandola all’eternità.
Anche Cassiopea venne trasformata in una costellazione, seduta sul suo trono, ma come punizione le toccò di girare eternamente attorno al polo celeste, a volte in una posizione poco dignitosa, ovvero sottosopra.

Cassiopea mediterranea

Cassiopea mediterranea è il nome comune con cui viene indicata la Cotylorhiza tuberculata una scifomedusa della famiglia Cepheidae (curioso che il nome della famiglia riprenda il nome di Cepheo, il marito di Cassiopea nella mitologia greca).

È una delle meduse più comuni del mar Mediterraneo ma non è urticante.
Tipica la presenza, in prossimità delle stesse, di piccoli avannotti come i caranghi e un sugarello nella foto. Questa specie presenta un caratteristico ombrello giallo, è priva di tentacoli, ma ricca di braccia orali che si dipartono dai quattro lobi della bocca, delle quali molte sono sottili e terminano con un bottoncino di colore blu o viola.

Cassiopea Andromeda

La “Cassiopea Andromeda” vive invece nel Mar Rosso e la caratteristica principale è che vive “ribaltata a testa in giù”, proprio come la Cassiopea della mitologia greca che venne trasformata in una costellazione e come punizione posizionata sottosopra! A differenza delle altre meduse, infatti, l’ombrello piatto rimane a contatto diretto sul fondo sabbioso con i tentacoli sono rivolti verso l’alto. Per questo motivo il suo nome comune è “upside-down jellyfish”. Questa caratteristica nasconde una curiosità particolare: sono presenti dei tentacoli espansi (quasi a formare delle piccole punte di lancia) con i quali le medusa hanno imparato a “coltivare” zooxantelle, microalghe delle stessa categoria di quelle presenti all’interno dei polipi delle madrepore. Ecco svelato perché le Cassiopee vivono su fondali poco profondi e ribaltate a testa in giù. I tentacoli contenenti le zooxantelle devono essere esposti alla luce, così che queste microalghe possano generare la fotosintesi. Come beneficio di questa simbiosi le meduse ricevono gran parte del loro nutrimento sotto forma di semplici zuccheri prodotti proprio dalle zooxantelle per via della fotosintesi.